9 aprile 2014

Mica furbo, 'sto Putin. La Putinomics è fessa



Pubblichiamo una riflessione irriverente e demolitoria sulle scelte economiche del presidente russo Vladimir Putin formulata da Mike Norman, investitore ed economista di scuola MMT (Modern Money Theory). Ai suoi occhi, di più folle rispetto alla politica monetaria ed energetica russa c'è solo la politica energetica degli Stati Uniti, che sull'onda delle nuove tecnologie estrattive (e ambientalmente distruttive) ridiventano esportatori di gas.  Ci riserviamo una nota di commento in coda all'articolo. Intanto, buona lettura.
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di Mike Norman*.


Putin è così furbo come tutti pensano? Quel che sta facendo dimostra di NO!

Gli esperti e i media stanno concedendo ogni sorta di accreditamento a Putin per il fatto che ha fregato l’Occidente e si sta facendo beffe degli “avvertimenti” mentre avanza verso l’Ucraina senza il minimo segnale di esitazione.

Ma non stanno dando troppo credito a Putin? Questo tipo è davvero così astuto?

Primo, sappiamo che ha comprato oro come un pazzo due anni fa quando l’oro era vicino ai massimi di prezzo. La Russia è già uno dei più grandi produttori d’oro al mondo (se non il PIÙ grande), e pertanto perché mai sta facendo incetta d’oro? Da ciò che si sente raccontare, Putin credeva che il programma di acquisto asset finanziari della FED avrebbe indebolito il dollaro, così questo è il motivo dei suoi acquisti d’oro. In altre parole, stava operando sul mercato sulla base della stessa analisi errata di molti altri idioti.

Fesso.

Il prossimo punto è questo: se vuoi dimostrare quanto sei forte e vuoi dare mostra della tua indipendenza dall’Occidente perché agganci la tua valuta al dollaro? Il rublo è (blandamente) agganciato al dollaro (e anche all’euro). Oggi la banca centrale Russa ha aumentato i tassi di interesse per difendere questo ancoraggio. Fesso!

Tu sei Putin, tu ritieni che la Russia sia una grande potenza e che non possa essere comandata a bacchetta e che possa fare ciò che vuole. E di conseguenza tu “àncori” la tua valuta al dollaro? Seriamente???? Voglio dire… andiamo, Vlad.

Infine, il giovanotto crede di dover vendere il suo petrolio e gas per ottenere “entrate” dall’Occidente. La Russia ha un enorme, enorme, ENORME, vantaggio energetico sugli altri paesi. L’energia a buon prezzo è un valore inestimabile di questi tempi. Perché la esporti? È come la mossa idiota degli USA che esportano il proprio gas naturale, che sta solo conducendo a un aumento dei prezzi interni e a un’erosione di quel vantaggio iniziale. Fesso, fesso, fesso.

Se questo tizio volesse per davvero il potere, se capisse un pochino di economia, o avesse qualcuno nel suo team che capisse un poco di economia, lascerebbe fluttuare liberamente il rublo, bloccherebbe l’ancoraggio del rublo al dollaro, all’euro o a qualsiasi cosa e direbbe “vaffanculo” all’Occidente quando si presenta a richiedere esportazioni di petrolio. L’Occidente sarebbe in ginocchio in un battibaleno.

Per fortuna non lo capisce, il che significa che lascia sé stesso in balìa dei “guardiani” dei mercati finanziari e dei propri pensieri negativi.
La mia previsione: le truppe della Russia saranno fuori dall’Ucraina più rapidamente di quanto tempo impiegarono ad abbandonare la Georgia.



*Mike Norman,  è un investitore ed economista MMT

Traduzione a cura di ReteMMT.it.


NOTA di Pino Cabras per Megachip.

I ragionamenti di Mike Norman, sebbene sia un economista preziosamente eccentrico rispetto alle correnti dominanti dei sacerdoti dell'austerity criminale, sono comunque ragionamenti da economista:  in lui prevale lo stupore e quasi lo scandalo (nel suo caso sprezzante e divertito), quando assiste all'intimo e contraddittorio intreccio tra economia e politica.
In certi casi però siamo di fronte a una strategia di potere, non a un modello economico sbagliato. Ai piani alti del potere si prendono decisioni politiche, con strategie che possono raggiungere il risultato voluto a scapito dell'efficienza economicamente più razionale: quando si dice 'costi quel che costi'. Altrimenti non ci sarebbero le guerre, con i loro sacrifici umani e materiali di massa.
A chi cerca una soluzione al disastro non basta contrapporre contromisure tecniche (pur necessarie), di fatto considerando quelle decisioni politiche degli errori di economia politica. Esportare energia a prezzi in cui prevale l'effetto politico sarà economicamente idiota, ma serve a determinati disegni. Gli USA con il fracking e lo shale gas sembrano disposti a infliggere una devastazione ambientale senza precedenti al proprio paese e ai propri vassalli, il tutto per vincere una scommessa che potrà giocarsi solo nei pochissimi anni in cui quelle risorse saranno realmente disponibili, come pedine fondamentali da giocare nella scacchiera della nuova guerra fredda. Obiettivo? Mettere KO la Russia prima che la sua energia di lungo periodo la renda inespugnabile da un'America di nuovo a corto di risorse.
La Russia a sua volta giocherà con altre pedine in una scacchiera che rimane comune.
Lo scenario in cui l’Occidente «sarebbe in ginocchio in un battibaleno», come dice Norman, si chiama Apocalisse. Neanche a Putin conviene. A nessuno conviene. Ciò detto, qualsiasi riforma monetaria, in Russia come ovunque, farà bene a dare un ruolo alla MMT e a qualsiasi fioritura di pensiero economico razionale. La questione si pone ormai come un tema di sopravvivenza per centinaia di milioni di individui, intere nazioni e classi sociali che rischiano di essere travolte dal moltiplicarsi degli shock e degli esperimenti finanziari delle élites.


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